Radici

Radici

Ero poco più che un ragazzo appena uscito dagli anni oscuri della guerra. Le montagne altro non erano che qualcosa di remoto e di incomprensibile e nulla di esse mi attirava, neppure i racconti spesso fantasiosi degli amici e dei compagni di scuola che già c’erano stati. Fu un giorno di agosto, quindici anni di età, che mi lasciai tentare da un paio di vecchie scarpe chiodate e da un sentiero ritto nel folto di un bosco.
Fu una sera di agosto che, ad ombre ormai calate a nascondere il mondo attorno, giunsi a quel rifugio, lassù, oltre i duemila metri, mettendo un passo dietro l’altro.
Fu un mattino d’agosto, appena spuntata l’alba, che m’affacciai a quel mondo irto di luci e di forme, profondo di suoni inespressi, enorme per masse e per spirito. Fu la Montagna che mi si presentava. Fu l’inizio di un qualcosa che ancora non s’è esaurito.

(da “C’è sempre per ognuno una Montagna” di Giancarlo Bregani (1930/1987) – 1° Premio Letterario Maria Brunaccini letteratura di montagna, 1967)

Ho già avuto occasione di scrivere ciò che è stato per me, mio padre. E direi anche per il mondo della montagna… per quanto realizzato in termini alpinistici, documentaristici, letterari, fotografici, musicali; riconosciutogli sovente sottoforma di premi letterari e artistici. Non vi tedierò oltre, quindi. Vi informo, però, che da oggi questo blog avrà un nuovo collaboratore, direi un vero Autore; si chiama Giancarlo Bregani e ci racconterà, di tanto in tanto, attraverso i suoi scritti, i suoi libri, una “Montagna” forse un po’ dimenticata, comunque bella e ancora nobile: quella da lui vissuta negli anni ’40, ’50 e poi anche ’60.  Mi pareva triste lasciar prendere polvere su una libreria al suo lavoro, per anni letto, consultato, visto e condiviso da quel mondo. Ho pensato quindi fosse interessante e carino condividerlo con il mio, di mondo, fatto anch’esso per buona parte di Montagna e fotografia e sentieri e boschi. E magari, perchè no, in una nuova forma tipo… parole sue e mie foto… Potrebbe scaturirne un bella collaborazione virtuale:-) Sono più che certo che apprezzerete e vi divertirete anche: Giancarlo era una bella penna. Del resto, mi leggete certamente perchè amate la fotografia, ma ci scommetterei anche più di un soldo che non disdegnate le digressioni letterarie, filosofiche e via dicendo che ogni tanto mi arrischio a postare… Spero sia così anche questa volta. Sarà poi un modo per farmi conoscermi un po’ di più, andando a scoprire dove affondano le mie radici e magari capire un po’ di più del mio modo di essere e fotografare. Un caro saluto a voi e benvenuto a bordo, papà 😉

(foto: I sei del “Cassandra” 1953 – Papà terzo da sx)

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    • Alberto Bregani

      troppo buona Nu’…:-) E’ comunque tutto naturale, senza forzature…nel suo ambiente mi ci sono ritrovato dopo tanti anni… tanti anni dai miei primi passi con lui da piccolo e poi negli anni a venire, sui sentieri delle nostre Montagne 😉 Ti piacerà, ne sono certo. Un caro saluto! Alberto

  1. Domenico Fabiano

    Una emozionante racconto del proprio vissuto di esperienze che arricchirà la mia voglia di bellezza. Grazie Alberto per la tua scelta di condividerlo con tutti noi.

  2. Valter

    Ciao Alberto, raccontare quel che era la montagna (e non solo) prima, quando fotografare richiedeva lastre di vetro e cavalletto per i lunghi tempi di esposizione; quando era, nel migliore dei casi, il soffietto che allontanava un po’ l’obiettivo dal piano focale e non c’erano super grandangoli.
    Allora, descrivere quello che si vedeva era la cosa migliore; forse non ci abbiamo guadagnato, “vedere” con le parole, ascoltare e immaginare sono cose di cui si è persa la capacità. Ricordarlo non ci fa male.

  3. sasa vukadin

    con un papà così……ottima guida,sapiente,enciclopedica,amante di belleza di montagna….adesso si spiega tutto tuo talento……tramandato nei geni <3


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