Due alberi, una storia

Due Alberi. Cosa sono due alberi, tra i milioni di alberi del mondo. Eppure… C’è un sentiero che parte proprio dietro casa mia, in montagna, e che porta nel bosco. Un bosco bellissimo, alberi altissimi, radi, dove la luce del pomeriggio con il sole basso filtra e produce quei raggi di luce tipici di quelle foto che “oooohhh”… A quel sentiero ci sono molto affezionato: percorrerlo è la prima cosa che faccio quando arrivo dalla città, respiro la mia aria, vedo gli scoiattoli che mi passano sulla testa, sento il rumore sofffice delle scarpe sugli aghi di pino, guardo quanta acqua c’è nei torrentelli che l’attraversano. Mi piace vivere il bosco, il bosco è vivo.

Due Alberi. Cosa sono due alberi, tra i milioni di alberi del mondo. Eppure… Ci sono tre ponticelli di legno, a un certo punto, che facilitano il passaggio un po’ stretto sopra delle radici di alberi forse secolari. Poco dopo si giunge a una piccola, raccolta radura dove la luce filtra direttamente e arriva a colpire due alberi, due grandi alberi dal portamento orgoglioso e importante, circondati alla base da una vegetazione che solo nelle favole si può trovare. L’effetto che il sole genera, d’estate, verso le sei di sera, è veramente magico. Quest’effetto me lo sono goduto sempre, un appuntamento fisso con il mio fine giornata: tre ponticelli di legno, la radura e i miei alberi. Un senso di pace che volevo portare con me dentro un negativo; una storia in uno scatto per sempre, da gustarmi negli anni.

Due Alberi. Cosa sono due alberi, tra i milioni di alberi del mondo. Eppure… Mi sono detto va bene, studiamoci la luce, studiamo l’ora nella quale i raggi entrano in questo periodo ovvero quando questi mi daranno modo di vedere quella scena come io la vivo e la sento. E così a fine primavera tornavo ogni sera alle sei e poi alle sei e cinque, e poi alle sei e dieci e via cosi ogni sera saltando quelle in cui le nuvole si mettevano di mezzo. Ma non riuscivo mai ad avere e a vedere quella scena, quella luce, quella composizione vista la prima volta. Finchè mi sono arreso. Per non tornare a mani vuote, pur di portare a casa qualcosa, ho scattato la foto che qui vedete, ripromettendomi di riprovare l’estate. Ad Agosto dunque, subito, il primo giorno dopo essere arrivato, ho preso camera e cavalletto e mi sono inoltrato nel bosco, dentro una serata bellissima, con il sole al punto giusto, felice e fiducioso di poter iniziare una sessione dedicata appositamente a quella foto. Poteva essere quella giusta. Chissà. Camminando sul sentiero respiravo la mia aria e pensavo come la poca acqua che vedevo nei piccoli corsi d’acqua mi raccontasse quanto quell’estate fosse calda. Aspettavo da un momento all’altro i tre ponticelli e la radura e i miei alberi, che però non arrivavano mai: mi ero forse dimenticato il sentiero?

Due Alberi. Cosa sono due alberi, tra i milioni di alberi del mondo. Eppure… Un taglio netto, invece, mi attendeva dietro una curva di quel sentiero; un taglio netto di almeno settanta metri di larghezza per qualche chilometro in lunghezza; una luce improvvisa e abbagliante di cielo pieno, tronchi e rami a pezzi ovunque, uno sfasciume terribile, disordinato, violento. Niente più ponticelli, niente più alberi. I miei alberi. Un periodo della mia vita, un momento di cui ho goduto per anni, simbolo di piena sintonia con la natura, spazzato via non da una frana, frutto giustificabile del suo stesso essere Natura; ma dai lavori di sbancamento per “una nuova seggiovia ad agganciamento automatico che andrà a migliorare il flusso turistico degli sciatori in quell’area….“. – Pausa – Silenzio – Sconcerto – Sono così rimasto, per lungo tempo, allibito e confuso, a bocca aperta e cuore chiuso, a guardare prima in su e poi in giù, verso l’origine di quel taglio pazzesco e verso la fine di esso, che scompariva dietro l’orizzonte, prima di fare dietro-front e tornarmene da dove ero venuto, senza più un pezzo d’anima.

Due Alberi. Cosa sono due alberi, tra i milioni di alberi del mondo. Eppure… Già, eppure.. mi sono rimasti nel cuore, quei due alberi cosi orgogliosi, cosi imponenti, nella loro radura e tutto il bosco intorno: quel bosco che non sarà più come prima. Pur non eccelsa nella sua resa mi rimane però questa foto, per fortuna. E il ricordo di quel momento in cui, davanti a loro, ho premuto il cavo di scatto in punta di dita, delicatamente, con il massimo del rispetto che si può tributare a dei Re quali loro certamente erano. La prossima volta non andrò più oltre quella curva, mi fermerò prima, magari troverò altri alberi che non avevo visto prima. Si, si certo: penso farò cosi. Altri alberi ci saranno sicuramente. All’occorrenza si faranno notare loro. Il bosco è vivo, mi aspetta.

Ci sono 0 commenti

  1. Valter

    Ci sono ricordi che sarebbe meglio restassero tali, a volte, quando vengono messi a confronto con la realtà la delusione può essere tanta. Difficilmente troviamo un miglioramento, forse perché quei ricordi ci legano troppo al nostro passato.
    Ciao Alberto.

  2. Emanuele

    A volte, o forse troppo spesso, l’uomo (non l’Uomo) ha la presunzione di credere che tutto gli sia dovuto e fornito per il suo uso e consumo, dimenticando che non di soli soldi vive l’Uomo, ma della poesia e delle emozioni che anche solo 2 Alberi sanno suscitare nella nostra pate più innocente.

  3. annamariacorea

    Bellissima e struggente questa splendida , commovente e tenera ” ode agli alberi , ai due alberi “. Raramente ho letto ,con cosi’ “tanto trasporto” parole tanto belle. Sono commossa.Prego e spero che : “col tempo e nel tempo “tu possa ancora trovare o ritrovare ” come per incanto”altri due tanto amati alberi , che possano regalarti ” quel pezzo d’ anima che credi di aver perso quel giorno.

  4. mauro

    Ho letto quasi incantato questo racconto, questo tuo pezzo di vita che hai voluto regalarci. Aspettavo, come tutti credo, il lieto fine ma questa è la vita. Se vogliamo cogliere un segnale, direi che non dobbiamo rimandare le cose….mai! Un saluto,
    Mauro

  5. Giuseppe Scopece

    Alberto hai una dote narrativa fantastica, indipendentemente dal mezzo ( macchina fotografica o parola scritta ) il risultato rimane invariato.
    Bellissimo racconto, fatato e tragico allo stesso tempo, complimenti sentiti.

  6. Luisa

    grazie per aver espresso così bene un sentimento che anch’io provai anni fa quando dalla mia finestra di casa un mattino vidi scomnparire un bosco di pioppi a cui ero affezionata ee che salutavbo con gioia ogni giorno


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