“Discorsi Fotografici” (DF) è una testata giornalistica online specializzata in cultura fotografica, che opera ormai da 10 anni, molto conosciuta e apprezzata tra gli appassionati di fotografia. La peculiarità e caratteristica che l’ha contraddistinta fin dalla nascita sono interviste audio di circa un’ora, a fotografi internazionali ed italiani di riconosciuta fama, di vario genere e su vari temi, che divengono poi dei podcast. Fotografi come Michael Freeman, Robert Caputo, Franco Fontana, Tano d’Amico, Maurizio Galimberti, Oliviero Toscani, Ferdinando Scianna, tanto per citarne alcuni, hanno lasciato testimonianza in quest’archivio grazie alle loro interviste. Dopo un breve periodo di interruzione, DF ha ripreso la sua attività aggiungendo ai podcast anche un validissimo magazine online che vi invito a leggere e visitare.
Mi fa piacere informarvi che per il suo ritorno alla grande fotografia, DF mi ha chiesto un’intervista che con molto piacere ho rilasciato qualche giorno fa via skype a Silvio Villa e Federico Emmi di Discorsi Fotografici. Gli argomenti sono stati quelli a me più cari e che molti di voi ben conoscono ovvero paesaggio, montagna, bianco e nero, formazione, visione, interpretazione, cifre stilistiche, mode non mode, phone photography, scrittura etc… Una piacevolissima chiacchierata a ruota libera, che spero poi risulti interessante ai più.
MODALITÀ ASCOLTO PODCAST INTERVISTA
Qui sotto ho reso disponibile il podcast dell’intervista completa ( circa 65 minuti) in modalità “clicca e ascolta”
Per vostra comodità l’ho suddivisa in ottopodcast più brevi ovvero quelli delle otto domande che mi sono state rivolte. Va da sé che la risposta a ciascuna domanda può anche contenere o sconfinare verso altri temi, come solitamente accade in interviste di questo tipo. Quindi, magari uno o due alla volta, ma ascoltateli tutti. E ogni vostro commento sarà gradito.
Grazie ancora a DF per l’ospitalità e per la concessione del podcast
Per l’archivio e le altre interviste potete trovarle qui (link diretto): ITUNES – SPOTIFY
Questo il link al magazine online con molte interviste e servizi: Magazine.DiscorsiFotografici
L’INTERVISTA / MP3
INTRO + DOMANDA 01
Montanaro di nascita, tra i più conosciuti ed apprezzati fotografi di montagna. Come nasce e si sviluppa la tua personale storia della fotografia? Quanto secondo te è stato importante l’ambiente in cui sei cresciuto?
DOMANDA 02
Nel pensiero comune, ed in ciò che quotidianamente sperimentiamo, la fotografia di paesaggio fa uso principalmente del colore, specialmente se ben saturo, per attrarre e soddisfare l’occhio di chi la osserva. Come si riesce a trasmettere tutta la cromaticità del paesaggio in una fotografia in bianco e nero?
DOMANDA 03
Nella continua rivisitazione di un tema, come nel tuo caso quello della montagna, nello studio continuo di un soggetto o di un’idea, nella continua trasformazione e a volte riduzione all’essenziale, la fotografia c’è sempre o è solo una parte di questo moto perpetuo?
DOMANDA 04
Dal 2005 sei accademico del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna, a conferma della poliedricità delle forme espressive da te adottate per comunicare. Quanto è importante saper scrivere, parlare, raccontare la fotografia al di là dell’immagine in sé?
DOMANDA 05
Al giorno d’oggi è quasi impossibile pensare o realizzare fotografie senza essere mai passati per qualche scatto con lo smartphone. È davvero possibile stabilire un confine netto tra la Phone Photography, di cui sei un eminente esponente, e la fotografia cosiddetta “professionale”?
DOMANDA 06
Da circa un anno risiedi e lavori a Parigi, città ovviamente anche da te immortalata. Come si riesce ad essere originali nel proprio lavoro fotografico nella città forse più fotografata al mondo? Quanto hai portato della tua fotografia di montagna mentre scattavi per le strade di Parigi?
DOMANDA 07
Da docente di fotografia, quale è l’ostacolo più comune da superare, la cima oltre la quale la pratica fotografica prende il suo corso e diventa parte integrante della vita del fotografo?
DOMANDA 08
Da qualche anno sei SIGMA AMBASSADOR. Come sei arrivato a SIGMA e quali i motivi che ti hanni portato a lavorare con questo brand per il tuo bianco e nero, tenuto conto che arrivi da un lungo percorso di pellicola ad alto livello ( Hasselblad, Rolleiflex, Linhof 612, oltre al grande formato). Infine un breve accenno, se possibile, al tuo più prossimo futuro.
Grazie Alberto! (mi hai dato il permesso di darti del tu 😉
Saluti e stai bene,