La Luce e il Sublime: conferenza

Augusto Golin e il sottoscritto

E’ andata. La mia prima conferenza in ambito fotografico sul tema “Fotografia e Montagna”, è andata. Sala piena, pulsazioni decisamente sostenute all’inizio ma poi tutto è andato via liscio grazie anche alla persona che conversando con me – a favore di pubblico – ha condiviso la scena e mi ha dato molta sicurezza oltre che fantastici assist ovvero Augusto Golin, profondo conoscitore di cultura di montagna e membro della Commissione artistica del FilmFestival internazionale di Montagna di Trento. Mi ha fatto grande effetto, devo dire, trovarmi nella situazione di avere così tante persone in attento silenzio ad ascoltare ciò che ho detto e raccontato riguardo un tema così particolare come la  fotografia di montagna. E avere poi 20 minuti post-conferenza di domande e richieste di specifiche e dettagli e altro ancora. Molto piacevole, really 🙂

Quando la Luce racconta il Sublime“.
Questo il titolo che ho scelto per un argomento a me molto caro. Come già sapete. Luce ovviamente come fotografia e Sublime come concetto pre-romantico e poi decisamente romantico di Natura che ci inorridisce ma allo stesso tempo ci attrae. E la Montagna è perfettamente in linea con tutto ciò. Un concetto espresso per la prima volta in modo chiaro e definito (dopo la prima definizione di Pseudo Longino nel 1° sec. DC nel suo Trattato del Sublime) da Edmund Burke, filosofo irlandese, che nel 1757 pubblicava a sua volta un trattato dal titolo “Enquiry upon the origin of our ideas of the sublime and beautiful” (Indagine sull’origine delle nostre idee di sublime e di bello), sostenendo per la prima volta il primato del Sublime sul Bello.
 Nell’idea di Burke – infatti – è Sublime “Tutto ciò che può destare idee di dolore e di pericolo, ossia tutto ciò che è in un certo senso terribile o che riguarda oggetti terribili, o che agisce in modo analogo al terrore” ovvero che può anche essere definito come “l’orrendo che affascina“. La natura, dunque, nei suoi aspetti più terrificanti – come mari burrascosi, cime innevate o appunto montagne altissime e inaccessibili o ancora eruzioni vulcaniche – diventa la fonte del Sublime perché “produce la più forte emozione che l’animo sia capace di sentire“. Un’emozione però negativa, non prodotta dalla contemplazione del fatto in sé, “ma dalla consapevolezza della distanza insuperabile che separa il soggetto dall’oggetto” (cit.).

Un tema molto molto affascinante. Almeno per me. Ma anche (scoprirò poi) per il pubblico. Un concetto che vedrà ulteriori analisi e approfondimenti e ancora altra attenzione a fine ‘700 con Kant nella sua Critica del Giudizio, ampliandolo decisamente e distinguendo tra sublime dinamico (espressione della potenza annientatrice della natura, di fronte alla quale l’uomo prende coscienza del limite) e sublime matematico (che nasce dalla contemplazione della natura immobile e fuori dal tempo). E poi ancora lo si ritrova rivisitato e ulteriormente puntualizzato nella definizione,  da me preferita, di Schopenauer : nel primo volume de Il Mondo come Volontà e Rappresentazione egli infatti elenca esempi di passaggio dal Bello al più elevato Sublime. Per il filosofo di Danzica il sentimento del Bello è semplicemente il piacere provato guardando un oggetto piacevole. Il sentimento del Sublime, invece, è il piacere che si prova osservando la potenza o la vastità di un oggetto che potrebbe distruggere chi lo osserva.

Der Wanderer über dem Nebelmeer ( 1811)

Ecco: quest’ultima frase, questa centrata definizione, chiude il cerchio riportandoci al titolo e si presenta sottoforma di Montagna in tutta la sua magnificenza, potenza, drammaticità a ricevere la luce che poi qualcuno avrà la capacità di catturare e ritrasmettere in tutta la sua forza. Dal punto di vista pittorico – piccolo accenno – tutto ciò sarà perfettamente riassunto ne “Il viandante sul mare di nebbia (del 1811) di Caspar David Friedrich, opera conosciutissima nella quale si avverte immediatamente la poetica del pittore, traducibile nel Sublime – eccoci – nel senso di una natura immensa e potente, che sarà poi il cardine di tutto il sentire Romantico

Protagonisti e strumenti di racconto.
Dopo questa necessria introduzione, sono passato a parlare di chi ha saputo raccontare il Sublime in modo eccelso e comunque unico; e come tutto ciò sia stato “raccontato”, con che strumenti e quali sforzi.  Ecco allora la immensa capacità di rappresentazione e testimonianza del grande Vittorio Sella dalla seconda metà dell’800 – comprese le spedizioni con il Duca degli Abruzzi – e l’altrettanto immensa capacità di interpretazione del nostro caro Ansel Adams con la sua attività non solo di fotografo e stampatore ma anche di attivista per la preservazione e salvaguardia del patrimonio naturale degli USA con il Sierra Club; attività di sensibilizzazione su vasta scala e di grande impegno personale che gli valse la Medal of Freedom, la più alta onoreficenza per un cittadino americano.

...parlando di Ansel Adams...

In conclusione
Beh, that’s it. come si dice. Visto che vi avevo tediato non poco annunciandovi quanto sopra nei precedenti post, avevo piacere concludere l’opera dandovi mini-report di quanto successo. Ora rimetterò a posto quelle poche slide che mi sono tenuto sott’occhio e proiettato, magari poi le posto così se qualcuno gli fa piacere potrà scorrere la linea da me seguita. Mi fa poi piacere dirvi che questo tema mi è stato richiesto dalla prestigiosa rivista Montagna (quadrimestrale di cultura alpina del GISM, Gruppo Italiano Scrittori di Montagna) per pubblicarlo sul numero di Ottobre con un articolo ad hoc che inizierò a scrivere a breve. Tengo moltissimo a ringraziare Loredana Bonazza, Resp. eventi dell’APT di Campiglio che ha creduto in questo evento e mi ha dato grande fiducia; Roberta Bonazza, artefice prima del progetto culturale che l’ha sostenuto e Augusto Golin, come già detto mio compagno di chiacchierata, che già sapevo essere persona di grande spessore ma che, conoscendolo, si è rivelata anche persona di grande spirito e piacevolissimo compagno di conferenza. Tutte amicizie che sono certo continueranno a generare progetti interessanti in futuro oltre che altri piacevoli momenti di vita.

Al prossimo post, e grazie per avermi letto fin qui 😉

Ci sono 4 commenti

  1. Rivier

    Bravissimo Alberto!é un piacere seguire ki come te sà trasmettere emozioni!tu lo fai tramite le foto e la scrittura!Complimenti!


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